Amare ha qualcosa a che fare con l'aspettare
Non l’attesa passiva, non il tempo vuoto e frustrante. Ma quell’aspettare fatto di rispetto, di presenza silenziosa, di fiducia. Perché chi ama davvero non pretende: comprende i ritmi dell’altro, lascia spazio, non forza risposte.
Aspettare, in amore, è riconoscere che l’altro è un universo a sé, con i suoi tempi, i suoi nodi, i suoi silenzi.
A volte si aspetta che l’altro sia pronto. A raccontarsi. A lasciarsi andare. A fidarsi.
Altre volte si aspetta che una ferita si rimargini, che una rabbia si sciolga, che la vita smetta di fare troppo rumore.
Aspettare diventa allora un atto di cura, di coraggio, di presenza autentica.
È dire “ci sono” senza invadere. È restare senza controllare.
Chi non sa aspettare non sa amare. Perché l’amore non si misura nella frenesia ma nella profondità.
E spesso ciò che conta davvero cresce in silenzio, come le radici sotto terra.
Ci sono momenti, però, in cui allontanarsi diventa necessario.
Per ritrovarsi, per crescere, per diventare la persona che si è destinati a essere.
L’amore maturo non trattiene, non si aggrappa: lascia andare quando serve, perché sa che certi legami non si spezzano davvero.
Esistono amori che non finiscono.
Non perché restano sempre uguali, ma perché sanno trasformarsi, attraversare il tempo, superare le distanze.
Amori che, anche nel silenzio, continuano a parlare.
Che non insistono per tornare subito, ma aspettano il momento giusto, con calma, senza ansia.
Sono gli amori più profondi: quelli che non fanno rumore, ma non se ne vanno mai davvero.
Stanno un passo indietro, pronti a tornare quando entrambi sarete di nuovo pronti.
Non per ripartire da dove tutto si era fermato, ma per incontrarsi di nuovo.
Cambiati, cresciuti, più veri.
E questo vale anche per il lavoro.
Perché anche lì, amare significa sapere aspettare.
Aspettare che le idee maturino, che le connessioni giuste si creino, che il seme che hai piantato inizi, lentamente, a germogliare.
Amare il proprio lavoro è continuare a seminare anche quando tutto sembra fermo.
È restare fedeli a ciò che si vuole costruire, senza pretendere risultati immediati, ma senza smettere mai di crederci.
Perché a volte la crescita è invisibile.
E ciò che oggi sembra un vuoto, domani sarà spazio per qualcosa di vero.
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