Lasciare in folle: un inno alla libertà di esprimersi nella propria sana follia
C'è un vecchio cartello, fissato a un muro rovinato, con lettere ormai stanche che recitano: "Lasciare la vettura in folle. Grazie."
Una frase semplice, tecnica, funzionale.
Eppure, se ci fermiamo a leggerla con occhi nuovi, può rivelare una verità poetica e profonda sul nostro vivere quotidiano.
Lasciare in folle: che cosa significa davvero?
Nel linguaggio automobilistico, lasciare l’auto in folle significa non costringerla in una marcia, non legarla a un movimento forzato. Vuol dire permetterle di restare ferma, ma pronta, disponibile a essere spinta, spostata, riorientata.
È un gesto di rispetto e disponibilità: non opporsi al cambiamento.
E allora, perché non fare lo stesso con le persone?
La sana follia è una forza da non reprimere
Viviamo in un mondo che ci vuole sempre "in marcia": produttivi, coerenti, prevedibili, inseriti perfettamente nei meccanismi sociali ed economici. Ma a volte, ciò di cui abbiamo più bisogno è lasciare che qualcuno resti in folle.
Lasciare che pensi fuori dagli schemi.
Lasciare che sogni, che sbagli, che rida fuori tempo.
Lasciare che segua la sua strada, che inventi, che scombini i piani.
Lasciare che esprima la sua follia sana, quella che crea, che rompe le gabbie, che salva.
Perché in fondo, proprio come con le auto, lasciare qualcuno in folle non vuol dire abbandonarlo.
Vuol dire non forzarlo. Vuol dire credere che troverà il suo modo, il suo momento per ripartire. A modo suo. Con la sua marcia. Quando sarà pronto.
Lasciarli in folle è un atto d’amore
Abbiamo bisogno di più cartelli così. Non solo nei parcheggi, ma nella vita.
Cartelli che dicano:
"Lascia la persona in folle. Grazie."
Che ricordino che la creatività nasce dal disordine, che la crescita ha bisogno di pause, che non tutto dev’essere immediatamente utile, produttivo, razionale.
Lasciare in folle è una forma di fiducia.
Un riconoscimento silenzioso: "so che sei qualcosa di più della tua funzione. So che il tuo valore non sta solo nel movimento che compi, ma anche nel modo in cui ti fermi."
Quindi sì, ogni tanto, lasciamoci in folle anche noi.
Mettiamoci in pausa.
Spegniamo il motore delle aspettative altrui.
Ascoltiamo quel ronzio sottile della nostra fantasia.
E accettiamo di essere un po' pazzi, un po' poetici, un po' veri.
Perché, in fondo, chi non ha mai avuto bisogno di restare in folle per ritrovare la direzione?
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